La situazione in Iran degenera sempre di più. Le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco sui manifestanti in una stazione della metro.
A Teheran le proteste proseguono incessanti nonostante gli omicidi da parte della polizia e le numerose condanne a morte. Da tre mesi donne e uomini per strada protestano contro il regime iraniano e le severe leggi discriminatorie a costo della loro vita. Dalla morte di Mahsa Amini ci sono state violente repressioni e arresti e altri casi di omicidio da parte della polizia. Ieri un altro episodio ha travolto l’Iran.
Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sulla folla di manifestanti in una stazione della metro della capitale. Poi hanno picchiato le donne che non indossavano il velo come mostrano i filmati che circolano sui social media. Nei filmati si vedono le persone travolte dalla folla mentre correvano verso le uscite dopo che la polizia aveva aperto il fuoco nella stazione affollata. Poi le immagini mostrano che dai finestrini della metro si vedono agenti di polizia salire sui vagoni e picchiare le donne con i manganelli.
Le proteste tra le morti e la vita: il bacio di Shiraz
Come riporta il The Guardina, le manifestazioni in Iran si sono intensificate dopo che sono stati indetti tre giorni di azione per commemorare il “novembre di sangue” del 2019 quando centinaia di persone furono uccise per aver protestato contro il prezzo del carburante. La scorsa notte sono morte sei persone durante gli scontri. Nei video si sentono i manifestanti urlare “Combatteremo! Moriremo! Ci riprenderemo l’Iran!”.
Le immagini mostrano i protestanti cantare e dare fuoco ai foulard nelle stazioni della metropolitana pattugliata dalla polizia morale. Nonostante le dure repressioni e le morti, gli iraniani non si fermano. A guidare le proteste sono i giovani iraniani, uomini e donne che si sono uniti contro la dittatura. Un simbolo di questa protesta è diventata una foto scattata ieri a Shiraz che raffigura un bacio tra un ragazzo e una ragazza senza velo in mezzo al traffico delle proteste. Un bacio pubblico, proibito in Iran, rappresenta la rivoluzione e la vita.